domenica 13 giugno 2010

L'ITALIA IN ANTARTIDE

il nostro paese no ha solo basi militari all'estero, ma possiede anche basi scientifiche negli angoli più rempoti del pianeta per impoertanti ricerche scientifiche

Citando e ringraziando il prof. Carlo Baroni (Università di Pisa) dalla cui opera “Antartide, Terra di scienza e riserva naturale” dice di aver attinto a piene mani, così Federico Bellicano spiega «i motivi che hanno spinto l'Italia ad avere una propria presenza su questo territorio» tanto inospitale

«Salvo sporadiche avventure di alcuni esploratori Italiani o di origine italiana susseguitesi nel corso del secolo scorso, l'Italia non ha mai rivolto particolare attenzione alla ricerca in Antartide fino al 1980, anno di ratifica del Trattato Antartico da parte del nostro Paese. Successivamente, volendo assumere lo status di Membro Consultivo del Trattato, l'Italia dovette stabilire una base permanente di ricerca in Antartide ed istituire un organismo nazionale per la definizione e la gestione dei programmi in linea col disposto dell'art. IX del Trattato stesso. Fu cosi che nel 1985, con legge n. 284, fu istituito il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) che diede inizio alle spedizioni scientifiche dopo aver individuato nella zona costiera di Baia Terra Nova (dal nome di una nave di Scott), il sito per la realizzazione dell'attuale stazione. La Stazione Mario Zucchelli è intitolata all'ingegnere, scomparso da alcuni anni, che più di ogni altro è riuscito a dare all'Italia un ruolo di prestigio internazionale grazie ai risultati ottenuti nell'ambito della ricerca in Antartide che hanno suscitato un estremo interesse nel campo scientifico e tecnologico. La base poggia su un terrazzo roccioso e si estende per oltre 6.000 mq di superficie coperta. Inoltre comprende una serie di infrastrutture esterne necessarie a garantire i servizi logistici e la vita operativa della base stessa quali strade, aree parcheggio, depositi combustibile, piazzole per elicotteri ed una banchina per l'ormeggio di piccole imbarcazioni. La stazione è stata interamente progettata e realizzata con l'obiettivo di minimizzare l'impatto ambientale, come previsto dallo stesso Trattato. Infatti si opera la totale differenziazione nella raccolta dei rifiuti, un inceneritore provvede allo smaltimento di legno, carta e rifiuti organici mentre con un compattatore ed un trituratore vengono trattati i rifiuti di altra natura (plastica, alluminio, vetro ecc.) per poi essere stoccati e riportati in Italia via nave per il successivo smaltimento. La presenza italiana in Antartide è indissolubilmente legata alla ricerca scientifica che, intensificandosi col passare degli anni e delle spedizioni, ha portato allo sviluppo di intense collaborazioni nell'ambito del sistema scientifico italiano riunendo 4 tra i più importanti Enti di ricerca (ENEA, CNR, Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale ed Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) nel Consorzio per l'Attuazione del PNRA. Durante l'anno viene redatto un Programma Esecutivo Annuale (PEA), che definisce gli obiettivi e le attività scientifiche da svolgere durante la spedizione. I settori di ricerca inclusi nel PEA sono molteplici (11 per l'esattezza), in modo da beneficiare di tutte le opportunità scientifiche che l'Antartide offre. Qui di seguito le elenco a titolo informativo i vari settori di ricerca:
1 - Biologia e Medicina
2 - Geodesia e Osservatori
3 - Geofisica
4 - Geologia
5 - Glaciologia
6 - Fisica e Chimica dell'Atmosfera
7 - Relazioni Sole-Terra e Astrofisica
8 - Oceanografia ed Ecologia Marina
9 - Chimica degli Ambienti Polari
10 - Legislazione Antartica
11 - Tecnologia
Vale la pena inoltre ricordare che diversi programmi scientifici internazionali hanno di recente coinvolto l'Italia tra cui i progetti di perforazione ANDRILL (acronimo di ANtartic geological DRILLing, si propone attraverso lo studio dei fossili e dei sedimenti perforati di comprendere la storia delle fluttuazioni del clima in Antartide nel corso degli ultimi 20 milioni di anni; ndr) nei pressi della base americana di Mc Murdo; il già menzionato EPICA presso la Base Italo-francese Concordia e TALDICE (acronimo di TALos Dome ICE Core, è un progetto - iniziato nel lontano 1996 e terminato quest'anno - che prevedeva la realizzazione di una perforazione profonda in ghiaccio al fine di studiare la storia climatica di questa area del continente antartico; ndr) presso il sito di Talos Dome (Est Antartide; ndr) dove è stato allestito un campo remoto per l'intera durata delle operazioni di circa 4 anni».