lunedì 7 giugno 2010

FENOMENO UFO 5

e finalmente la conclusione.....che non proclama nè vincitori e nè vinti, se è dimostrato che in determinate situazioni la psiche umana crea una sorta di allucinazione che impedisce di distinguere la realtà dalla fantasia , vi sono fenomeni fisici come tracce radar , foto, filmati e scoperte astronomiche che pur contraddicendo le teorie di jung non sono sufficienti per classificare con chiarezza il fenomeno UFO


 Dal punto di vista della ricerca extraterrestre, abbiamo lo stesso etocentrismo sia nel SETI che fra gli ufologi: l’unica differenza è che gli ufologi accettano l’idea che possano essere già qui! Tuttavia gli ufologi sono come un popolo che si trova davanti a un fenomeno ignoto che li sopravanza e non sanno come impossessarsene e comprenderlo, perché non riescono ad avere gli strumenti adatti da applicarvi”. In conclusione è più predominante l’aspetto sociologico o quello psicologico nella creazione del mito UFO?
In questo caso Lagrange sostiene che è difficile rispondere a questa domanda perché è difficile definire cosa possa essere il mito extraterrestre; “In fondo”, continua lo studioso francese “ La definizione di mito è molto delicata e facilmente travisabile.
Relativamente agli UFO, si parla sovente di mito per descrivere qualcosa che entra nell’ordine della credenza e che influenza la mente.
Ma occorre trovare una spiegazione più semplice: così, quando qualcuno dice di aver osservato un UFO, certamente si trova che è stato condizionato dal mito extraterrestre che ne ha influenzato le percezioni. Io però non sono molto sicuro di questo, perché non sono convinto che questa credenza venga in mente al testimone allorquando deve descrivere e fare un rapporto di ciò che ha visto.
Durante la stesura di un’inchiesta sugli UFO i testimoni raccontano il fatto, commentano l’accaduto, tracciano dei disegni e cercano di descrivere compiutamente ciò che hanno visto, mentre il mito extraterrestre è più nella testa di chi conduce l’indagine (soprattutto degli investigatori scettici), piuttosto che nella mente degli stessi testimoni…” Un altro noto studioso del fenomeno, il giornalista scientifico, Luigi Bignami, crede alla esistenza degli extraterrestri, ma sostiene che il perno della questione verte sul fatto di scoprire dove essi siano, da dove vengano: ma il perché possano essere qui ha, a suo giudizio, un valore secondario rispetto ala dimostrazione che essi esistano: ”… Ecco allora perché è necessario cercare e trovare le loro “basi”. Si trovano su Marte o nelle profondità degli oceani terrestri?
O forse la loro presenza è solo ben impressa nelle menti di molti uomini come una realtà parallela perché l’uomo ha bisogno del mito per il suo pensiero come il cibo per il suo corpo? Se da sempre si parla di UFO, (e il “sempre” è riferito alla storia dell’umanità e a quella di ogni singolo individuo), significa che da qualche parte le loro basi esistono sicuramente. Forse sono navicelle stazionate oltre l’atmosfera terrestre, forse sono immagini virtuali impresse nei nostri neuroni.
 Ecco allora la necessità di vedere l’”ufologia” a 360 gradi. La storia degli “avvistamenti”, gli influssi reciproci tra fantascienza e ufologia e soprattutto la necessità dell’uomo di alimentare, anche inconsciamente, il mito di altri Esseri di altri mondi fanno, nella loro globalità, l’ufologia”.
Insomma, dalle opinioni di questi studiosi si evince dunque che il mito non è più la componente principale della genesi ufologica: senza alcun dubbio però permane la modificazione del comportamento di una persona davanti al fenomeno UFO, attraverso un processo di condizionamento che gli deriva da ciò che sa o non sa su di esso…
E questo può modificare, senza ombra di dubbio il suo pensiero ed il suo quadro cognitivo. Dunque il terreno reale del mito non è un sostrato di pensiero ma di sentimento; e questo è dimostrato più che palesemente dalla pervicace ostinazione di taluni, che riducono completamente gli UFO all’ ipotesi ETH, mentre altri negano lo stesso fenomeno o lo etichettano con spiegazioni semplicistiche. Dunque anche presentare sempre Gli UFO come un Mito, significherebbe restare circoscritti in un orizzonte in cui si gira sempre in cerchio alla medesima distanza da un centro che tende sempre a sfumare! Così, oggi, per comprendere il fenomeno UFO, non ci rimane che adottare una umile prospettiva interdisciplinare, conseguendo così una apertura mentale tale da saper dialogare senza frizioni, metodicamente e mai aprioristicamente, con tutte le componenti attuali, sociali e scientifiche che occorrono per una più completa e dettagliata disamina di questo fenomeno.