lunedì 7 giugno 2010

UFOLOGIA

2009, ANNO INTERNAZIONALE DELL’ASTRONOMIA O DELL’UFOLOGIA?

Con una cerimonia che ha visto la partecipazione di molti scienziati e premi Nobel, nel quattrocentesimo anniversario delle osservazioni telescopiche del primo vero astronomo Galileo Galilei, si è ufficialmente inaugurato a Parigi l’Anno Internazionale dell’Astronomia. Fra gli sponsor, la Thales Alenia Space, azienda leader nelle tecnologie spaziali con ampia partecipazione italiana (Finmeccanica 33%).
Colpisce l’entusiasmo che a livello internazionale ha caratterizzato l’evento che richiama alla mente il 1957, l’Anno Geofisico Internazionale quando, con il lancio del primo Sputnik dell’allora Unione Sovietica, nacque l’era spaziale. Sono molte le iniziative proposte a livello mondiale e, con l’osservazione del cielo, gli abitanti di questo pianeta, e i giovani in particolare, sono invitati a meditare sul nostro rapporto con l’Universo e a ritrovare l’interesse per un’attività che, se fosse maggiormente diffusa, avrebbe la capacità di indebolire l’individualismo e l’aggressività che sembrano prevalere nel nostro tempo. Riusciremo anche in Italia a giovarci di questa opportunità? Sono i nostri media e la nostra cultura scientifica adeguati a sfruttare questa possibilità? Indubbiamente abbiamo in Italia scienziati di valore, anzi (e, purtroppo) li abbiamo sempre esportati, non per un eccesso di presenze ma per una penuria di opportunità da offrire loro. Anche perché da noi, nelle materie scientifiche, c’è un’ignoranza talmente diffusa da non trovare plausibili giustificazioni. La sua diffusione coinvolge politici e mezzi di informazione, con la complicità di gran parte di coloro che questa cultura dovrebbero diffondere: professori e docenti universitari. Sono molti, troppi, i docenti che non si preoccupano di trasmettere l’amore per la Scienza e trasmettono solo un nozionistico apprendimento formale.
Ancora in troppe sedi il nozionismo teorico prevale sulla comprensione profonda dei concetti e, siccome non si ama ciò che non si comprende, l’ovvio risultato è il disinteresse di molti dei nostri giovani per le materie scientifiche. Non ci sarà quindi da meravigliarsi se ci sarà scarsa partecipazione in Italia a questo importante evento internazionale. Vorrei non avere conferme di questo convincimento poco lusinghiero, conferme che però si materializzano puntualmente in ogni occasione.
Il 15 Gennaio 2009, in una conferenza stampa, scienziati della NASA hanno affermato che c’è vita su Marte in quanto si attribuisce a una matrice biologica la presenza di metano sul quel pianeta. Considerando che, se il metano non venisse prodotto con continuità svanirebbe rapidamente, è molto probabile che ci siano dei microrganismi che continuano a rifornire l’atmosfera. Lisa Pratt, dell’Università dell’Indiana, ha testualmente affermato durante la conferenza: “ Tutto ciò è molto eccitante perché abbiamo le prove che ci consentono di ipotizzare la presenza di vita su Marte”.
Gli scienziati della NASA, e non l’autore di Ossimoro Marte, affermano che c’è vita sul pianeta più a noi prossimo, attirando l’interesse della comunità scientifica internazionale e scatenando dibattiti e conferenze in tutto il mondo.
Cosa è avvenuto in Italia? Dibattiti televisivi, considerazioni di esperti, biologi, sociologi, astronomi? Luminari in convegno in prima serata da Bruno Vespa a “Porta a porta”?
Numeri speciali di trasmissioni scientifiche divulgative? Niente di tutto questo! Da noi non è successo praticamente nulla e la stessa ANSA ha relegato la notizia fra le amenità, così come i quotidiani e i settimanali di informazione. Sarà interessante però leggere in proposito, all’indirizzo http://centroufologicotaranto.wordpress.com/page/5/ il commento di Antonio de Comite. Non si offendano i nostri scienziati e i responsabili dei nostri mezzi di informazione se vengono da un centro ufologico le considerazioni più sensate su questo epocale avvenimento. Sembra proprio che i tanto disprezzati ufologi siano fra i pochi ad avere le competenze per giudicare certe notizie, e di ciò ho ripetute conferme: ho modo di apprezzare con continuità le conoscenze multidisciplinari di tanti appassionati che mostrano spesso di essere in possesso di avanzate nozioni di fisica, elettronica, astronomia, planetologia, storia, archeologia, sociologia. E pensare che c’è ancora qualcuno che tratta gli ufologi con il solito sorrisetto di circostanza, spesso basato sul nulla se non su una scarsa conoscenza dei fatti o, peggio, sull’arroganza di chi è convinto, non si sa bene in base a quali presupposti, di potersi chiamare fuori dall’ignoranza scientifica istituzionalizzata.
Ufologi da deridere, ghettizzare, sottovalutare? Sta cambiando tutto assai rapidamente ed è sempre più vicino il momento che vedrà definitivamente stivati in soffitta certi personaggi che per troppo tempo hanno malamente gestito la cultura scientifica in Italia.

di Ennio Piccaluga
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