mercoledì 9 giugno 2010

UFO

Appunti e riflessioni, in attesa di un futuro migliore

Tratto da Area di Confine 48 – Settembre 2009

di Robert Straw

Non sarebbe certo molto lontano dalla verità affermare che chiunque si interessa più o meno approfonditamente di Ufologia crede nell’esistenza degli Ufo. Sarebbe invece interessante tentare di definire con quale apertura mentale e quale prospettiva ci si accosta a questa realtà perché, se è vero che gli ufologi credono agli Ufo, è anche vero che molti di loro li osservano in maniera diversa.

Guardare non sempre è osservare

Quando ci accostiamo ad un problema, in special modo a qualcosa che sfugge alla nostra naturale concezione del mondo, del tempo, dello spazio e della vita stessa, entrano in gioco non soltanto la nostra intelligenza e la nostra capacità di aprirci a nuove idee e nuovi concetti; dobbiamo fare i conti anche con l’educazione spirituale ricevuta, con la nostra personale visione del mondo, delle sue politiche, con la nostra stessa coscienza.
Tutti questi elementi spesso contribuiscono a fornire a ciascuno di noi delle visioni diverse dello stesso oggetto; gli osservatori antichi vedevano degli oggetti volanti ma li rapportavano agli angeli oppure a Dio stesso. Come pure, in quella identica visione, a seconda del modo di interpretare la spiritualità, quegli oggetti erano buoni per alcuni o demoniaci per altri.
L’epilessia veniva molto spesso scambiata per possessione diabolica, alcuni però parlavano anche di possessione angelica, altri ancora di vere e proprie crisi mistiche. Eppure, tutti osservavano una persona affetta da una terribile malattia. Lo stesso accade se, presentando un bicchiere colmo d’acqua ad un ipotetico osservatore, chiediamo allo stesso di descriverci cosa sta osservando. La risposta, ovviamente, sarà un bicchiere d’acqua; se però riportassimo allo stesso osservatore lo stesso bicchiere mantenuto in freezer per alcune ore, egli risponderebbe che sta osservando del ghiaccio. La realtà dei fatti è che l’osservatore ha tenuto sotto gli occhi, per ben due volte, sempre la stessa acqua, sia pure sotto diversa forma.
Guardare, in effetti, non significa osservare: l’osservatore indaga l’oggetto, tenta di penetrarlo, ne ricerca l’origine e non si ferma al suo aspetto. Chi guarda, invece, vede ciò che gli è più consono; allo stesso modo chi osserva un Ufo lo prende esattamente per quello che realmente è, ovvero un Oggetto Volante non Identificato, mentre chi lo guarda tende a porlo in armonia con le proprie convinzioni.


Gli UFO visti da Kenneth Arnold nel 1947 (da www.antoniogenna.net).jpg

Dispersioni ufologiche

E’ opinione comune, almeno nel neofita che per la prima volta approda nel mondo dell’ufologia, che i ricercatori, le associazioni e i centri di studio, siano espressione d un affiatamento comune e sinergia di intenti.
Purtroppo la realtà, spesso, contraddice questa opinione e non risulta poi così difficile accorgersi di quanto ciò sia lontano dal vero.
Subito dopo gli avvistamenti di Arnold, nel 1947, tutti iniziarono a scrutare i cieli, alcuni andarono oltre, posero le basi per una ricerca più approfondita, un’ analisi che nel tempo divenne sempre più seria e matura. Fino ad allora era il fantastico a dominare la scena, la possibilità sempre più concreta che altre forme di vita popolassero lo spazio, che la solitudine della razza umana nell’Universo stava per avere fine. Bisognava soltanto trovare ulteriori prove. Ma cosa accadde in seguito?
Accadde semplicemente ciò che natura umana impone; le ipotesi divennero sempre più ardite, il costante Cover Up e le manovre di discredito gettarono scompiglio e malcontento, mentre il tutto veniva condito dalla personale interpretazione di ogni singolo fenomeno.
Dire che ogni ufologo crede fermamente nella realtà degli Ufo e nella loro origine extraterrestre corrisponde sicuramente al vero; nessuno si sentirebbe di smentire una tale affermazione e nessuno sarebbe così folle da spendere la propria vita, i ritagli di tempo, spesso una intera esistenza, cercando qualcosa in cui non crede assolutamente. Malgrado questo sia un dato di fatto, è però interessante far notare che credere fermamente agli Ufo e alla loro origine non rappresenta certo la panacea per risolvere tutti i mali dell’ufologia; credere e confrontarsi con l’oggetto del proprio credo sono infatti due cose ben diverse.
Parlavamo prima della differenza tra guardare e osservare, aggiungevamo l’esplosione di centinaia di diverse ipotesi in campo ufologico, a tutto questo uniamo pure alcune considerazioni di carattere sociale, umano e spirituale ed avremo infine il quadro completo della situazione.


Incisione di Samuel Coccius, che illustra un avvistamento UFO sopra Basilea in Svizzera, nel 1566. (da media.photobucket.com).jpg

Ufologi e Ufologie

Esaurite le paure dei millenni e delle terribili profezie che, puntualmente, non si avveravano, vittime di una profonda crisi di identità e desiderosi di colmare l’incredibile vuoto creato dalla fredda tecnologia e dalla monotonia del quotidiano, gli uomini e le loro idee iniziano una nuova ricerca, qualcosa che possa sostituire i propri desideri inappagati di spiritualità, qualcosa sulla quale scaricare le proprie paure in attesa dell’apocalisse finale, una nuova idea che inneschi il conto alla rovescia verso l’ultima apocalisse, la fine del mondo.
Quale migliore alibi può presentarsi se non quello di un Oggetto Volante Non Identificato, qualcosa di insondabile, misterioso, che non appartiene al nostro mondo, che sembra essere in grado di fare cose a noi umani da sempre negate; quale miglior sostituto è mai possibile trovare per scaricare le nostre paure se non un Ufo?
Ancora una volta osservare e guardare rientrano in campo con la loro sottile valenza; esistono ufologi che studiano gli Ufo esattamente per quello che sono, ovvero macchine volanti provenienti da altri mondi, che spesso interagiscono con il nostro e alle quali bisogna trovare una plausibile e inconfutabile spiegazione. Si tratta di uomini e associazioni che pensano che l’Ufologia sia una seria materia di studio, che comporta sacrifici e conoscenze nel campo dell’aeronautica, della fisica e quanto altro possa essere pertinente; uomini che conoscono le ramificazioni interne a questo argomento ma che sanno trattarle con diplomazia.
Di contro, esistono coloro che guardano e che hanno deciso di vedere quello che il loro intimo bisogno di colmare i vuoti esistenziali deve necessariamente vedere. Non sono pochi gli ufologi che hanno deciso di attribuire agli Ufo valenza divina, che hanno reinterpretato i classici del sapere esoterico con le ipotesi di vita extraterrestre, che hanno tentato di riscrivere la stessa Bibbia e i Vangeli in tema prettamente ufologico.
Decadendo la paura del millennio ad essa si è sostituita quella degli alieni, quasi una nuova religione, con gruppi organizzati e tanti nuovi messia sparsi per il mondo pronti a giurare che i Fratelli dello Spazio li hanno scelti per una ben precisa missione, salvare l’umanità prima della fine dei tempi.

Cospirazioni Ufologiche

Alla ormai diffusa tendenza ad attribuire una sinergia tra il divino, la magia, l’esoterismo e l’occultismo agli avvistamenti Ufo e alle loro connessioni, si lega anche una seconda classe di ufologi, cioè quelli che hanno sposato la Teoria del Complotto Mondiale come unica spiegazione a tutti i fenomeni Ufo. Come dicevamo prima, tutti siamo al corrente dell’esistenza di un tentativo di screditare l’Ufologia portato avanti da apparati militari, governativi e scientifici; è una sensazione palpabile e molto spesso provata, ma si tratta di un aspetto della materia e non della materia nella sua completezza.
Ridurre il fenomeno Ufo ad un generale complotto nel quale governi senza scrupoli tentano quotidianamente, con la complicità degli alieni, di assoggettare la razza umana, è di certo un modo svilente e semplicistico di porre la questione, oltre che un continuo soffiare sul fuoco dell’allarmismo senza ottenere, tra l’altro, risultati soddisfacenti.
Esiste una questione di metodo, di diplomazia, ed è proprio il metodo che differenzia gli Ufologi e le Ufologie; tutti sappiamo cosa accade ma questo non significa diventare eroi votati alla morte.
Il metodo giusto è destinato a dare risultati nel tempo, riesce a superare le enormi difficoltà che si incontrano quando si parla di Ufo, riesce a farsi ascoltare e penetra nelle coscienze senza violentarle. Quindi, tutti sappiamo cosa accade ma forse non tutti sono in grado di dirlo con le dovute maniere.
Salvi i diritti di ognuno di esprimere la propria opinione, di avere le proprie convinzioni e di coltivarle nella maniera che ritiene più opportuna, sarebbe anche giusto è corretto nei confronti di chi segue l’Ufologia tenere sempre ben presente dei concetti fondamentali legati a delle figure anch’esse fondamentali:
L’ufologo è principalmente un divulgatore, una persona che con i mezzi a sua disposizione porta avanti una indagine nel miglior modo possibile, con passione e amore per la verità, con indefessa convinzione ma anche e soprattutto con apertura mentale e disponibilità al confronto, purché esso sia ovviamente costruttivo.
L’ufologia è una vera e propria branca di ricerca, una scienza che si avvale anche di metodi e macchinari sofisticati, che verifica i risultati ottenuti e tiene conto delle cognizioni scientifiche finora acquisite, anche le più avanzate.
Gli Ufo sono oggetti reali e tangibili, indiscutibilmente attestati da migliaia di avvistamenti, di prove documentali e analisi scientifiche, oltre che arricchiti da un corredo storico di una certa rilevanza. Nonostante ciò devono principalmente essere visti e studiati per quello che oggettivamente, almeno fino ad oggi, sono, ovvero degli oggetti volanti dalle svariate forme, di origine non terrestre e in interazione con il nostro pianeta e la sua civiltà.

Questi tre punti non tolgono ovviamente nulla alle estensioni e alle ramificazioni che potrebbero avere in termini di potenze militari, servizi segreti, scienze più o meno rese note o implicazioni religiose. Resta il fatto che esistono un ordine e un metodo, tutto l’Universo si basa su questa premessa ed ogni ricerca non può non tenerne conto.
Indagare sul fenomeno Ufo significa stabilire anche un ordine e un metodo di indagine, seguiti poi da un efficace ordine e metodo di divulgazione; in tal senso i toni apocalittici, gli allarmismi e le visioni religiose di natura aliena non portano a nessun altro risultato che quello di confondere le idee, oltre che innescare litigi e incomprensioni che non giovano all’Ufologia ma sicuramente a chi vuole screditarla ad ogni costo.
Ogni indagine deve tenere conto dell’oggetto sul quale l’indagine stessa si svolge; non è certamente utile e neanche logico indagare sul significato di qualcosa, prima ancora di averne identificato la natura. Sarebbe come ostinarsi a proporre ipotetici messaggi provenienti dalle figure geroglifiche senza sapere come leggerli.
Molti dei profeti e dei messia ai quali abbiamo accennato in precedenza, oggi non ci sono più, vittime del loro caparbio aggrapparsi ad una verità che mancava di sostanza e, allo stesso tempo, colpevoli di aver trascinato nella loro distorta visione molte persone inconsapevoli, desiderose soltanto di un po’ di pace interiore.
Molti ufologi catastrofisti, allarmisti, pronti a gridare al Complotto Mondiale, sono rimasti senza voce e senza mezzi, mentre il Complotto continua a sopravvivere ai suoi accusatori.
Altri invece , pur conoscendo la valenza del fenomeno Ufo, hanno scelto di divulgare soltanto una delle sue sfaccettature, di farne bandiera per scuotere gli animi, ma la verità non può essere servita in parte; solo nella sua totalità può diventare un’arma delle più temibili.
Rimangono infine coloro che hanno scelto un ordine e un metodo; coloro i quali, pur conoscendo profondamente la materia trattata, pur avendo anch’essi una visione totale di tutte le sue ramificazioni e le sue innumerevoli sfaccettature, hanno deciso che è più saggio divulgare proponendo le idee ed i concetti, che non urlandoli forsennatamente.
In una realtà nella quale verità e mistificazione si alternano senza sosta, teatro di troppi interessi che esulano dalla vera sostanza dell’Ufologia, la prudenza diventa quasi un obbligo oltre che un preciso dovere. Prudenza e metodo distinguono le idee che durano nel tempo, le ricerche coronate infine dal successo, la correttezza di un ufologo, la stabilità di una rivista e il perdurare di un ideale che pur nella sua apparente immobilità, diventa nel tempo opinione seguita e conclamata.

Una speranza conclusiva

L’ufologo è in fondo un modesto seminatore, che osserva nei cieli e nell’ambiente che lo circonda il mutare delle stagioni; con pazienza pianta i propri semi, avendo l’accortezza di aver preventivamente separato lo scarto e tutto quello che non potrà dare frutto. Semina soltanto quando è tempo e, quando sembra non stia lavorando, in realtà osserva ed annota ogni cosa. Non è un avventato, forse è in qualche modo un sognatore, ma chi di noi non si è mai sorpreso a sognare?
E’ perfettamente cosciente che in tal modo gli servirà molto più tempo perché possa raccogliere i frutti del suo lavoro, ma questo non lo spaventa perché la posta in gioco è molto più importante di qualsiasi risultato personale e di qualsiasi riconoscimento materiale. L’ufologo lavora per aiutare coloro che verranno e che a loro volta si interrogheranno su questi strani segnali visibili nei cieli; lavora perché sia più semplice domani trovare delle risposte, perché l’idea che la Vita non sia una prerogativa di questo nostro pianeta ma una costante dell’Universo rappresenta la conquista più grande che l’uomo moderno possa fare.
Chi semina senza sosta con la convinzione che su mille piantine almeno una dovrà comunque dare frutto, si ritroverà sempre ad osservare, alla fine, un campo disseminato di piante secche che soffocano l’unica in grado di dare frutto. La speranza conclusiva risiede forse nel bisogno di fermarsi un attimo, smettere di guardare e iniziare ad osservare lo stato delle cose, con animo libero e spirito di apprendimento, nel rispetto del fenomeno che si sta indagando.
In attesa che un giorno le ufologie si riuniscano sotto l’unica bandiera dell’Ufologia, non ci resta che continuare ad osservare in alto, pensando che ogni piccolo angolo di cielo che esploriamo è, contemporaneamente, una infinitesima parte di quell’ inesplicabile miracolo che è l’Uomo stesso.