domenica 6 giugno 2010

SACRA SINDONE

le novità non finiscono mai

Esperti americani ed europei confidano alla Bbc.

«Gli esami dell’88 non soddisfano, bisogna rifarli»

Per vent’anni, dopo la datazione con il Carbonio 14 effettuata in tre laboratori diversi arrivati alla stessa conclusione, abbiamo pensato che la Sindone di Torino fosse una delle tante false reliquie medioevali, solo un poco più misteriosa e complessa. Ma ora un autorevole gruppo di scienziati americani ed europei, alcuni dei quali parteciparono agli esami condotti a Oxford, Zurigo e Tucson nel 1988, afferma che quegli esami potrebbero avere dato un risultato distorto e sollecita una nuova definitiva indagine sul lenzuolo di lino più famoso e discusso della storia.

L’appello è motivato con solide argomentazioni in un documentario, «Shroud of Turin» (Sindone di Torino) trasmesso alla vigilia di Pasqua dalla Bbc in prima serata, destinato a riaprire il dibattito tra chi non ha mai dubitato che la Sindone conservi miracolosamente impressa la figura martoriata di Gesù deposto dalla croce e chi invece ritiene il sudario conservato a Torino una delle tante iconiche rappresentazioni del Cristo che circolavano in Europa e Medio Oriente nel dodicesimo e tredicesimo secolo.

Per venirne a capo, il regista David Rolfe, già autore nel 1978 di un altro filmato di grande successo sulla Sindone, «Il testimone silenzioso», accompagnato da uno dei volti più noti della Bbc, il giornalista ex inviato di guerra Rageh Omaar, ha viaggiato da Gerusalemme a Istanbul, dall’Università del Colorado a Oxford partendo dalle navate del Duomo di Torino, dove ha potuto filmare per la prima volta la Sindone in alta definizione. Il loro percorso è un affascinante viaggio nel tempo e nello spazio alla ricerca di indizi storici e prove scientifiche, che convince anche il più laico degli spettatori sulla necessità di indagare a fondo e di utilizzare le nuove conoscenze scientifiche di cui disponiamo per arrivare a una conclusione certa.

E’ incredibile quante persone nel mondo si occupino con passione e competenza della Sindone. Uno dei più esperti è un professore di cosmologia, John Jackson, che nel 1978 faceva parte di un gruppo di scienziati che ebbe a disposizione il lenzuolo a Torino per una settimana, un privilegio mai più concesso a nessuno. Durante quella visita, Jackson raccolse una quantità di dati impressionante, che ha custodito ed elaborato con cura nel «Turin shroud centre» di Colorado Springs. «Quando si parla di un falso medioevale - ha detto il professor Jackson alla Bbc - la prima domanda che dobbiamo farci è come è stato realizzato. Nessuno degli esperimenti che abbiamo eseguito qui, utilizzando dalla vernice ai manichini riscaldati, ha prodotto impronte simili a quelle della Sindone».

Le macchie di sangue, ha dimostrato Jackson utilizzando un modello di polistirolo, combaciano perfettamente solo se il telo viene appoggiato su di un corpo a tre dimensioni e non se vengono dipinte su una superficie piana.

Partendo dall’inizio del 1300, data «accertata» dall’esame del C-14, ogni viaggio e ogni indizio raccolto dalla troupe della Bbc riporta indietro l’orologio della datazione. Prima a Costantinopoli, dove un lenzuolo raffigurante Cristo venne portato via da un crociato nel 1204: la Sindone fu esposta per la prima volta a Lirey, in Francia, da uno dei discendenti di quel crociato, Goffredo di Charny. Poi a Oviedo, dove è custodito forse lo stesso sudario di cui parla Giovanni nel suo Vangelo: un piccolo telo che è sicuramente stato avvolto sul capo di una persona issata su una croce e che portava una corona di spine. A differenza della Sindone, le impronte sono solo di sangue e non evidenziano nessun volto. Ma il gruppo sanguigno, AB, è lo stesso del lenzuolo di Torino. Se l’analogia ha basi concrete, l’orologio va spostato ancora più indietro, perché il Sudario di Oviedo è datato con certezza storica al quinto secolo.



Decine di indizi, di testimonianze storiche e di ricerche scientifiche portano a pensare che la Sindone risalga davvero ai tempi di Cristo e che nell’esaminare il decadimento dell’isotopo del carbonio i tre laboratori non abbiano considerato le contaminazioni che il lenzuolo ha subito nel corso dei secoli: è stato maneggiato, esposto all’aria, salvato da un incendio.

Il professor Jackson ha ora proposto di sottoporre un pezzo di lino contemporaneo allo stesso tipo di contaminazione subito dalla Sindone e di datarlo in uno dei laboratori che fecero l’esame nel 1988, quello del professor Christopher Ramsey a Oxford, per verificare se la contaminazione può avere determinato un errore.

«Pare proprio esserci un conflitto - ammette Ramsey - tra le misurazioni del radiocarbonio e tutte le altre prove raccolte sulla Sindone. Credo che tutte le persone che hanno lavorato in questo campo debbano considerare in modo critico le conclusioni alle quali sono arrivate, in modo da consentirci di ricavare una storia coerente, che ci dica la verità su questo intrigante pezzo di stoffa».

La Stampa, 23 marzo 2008