domenica 13 giugno 2010

RICICLO RIFIUTI

Metti le bucce nel serbatoio

Con gli scarti alimentari urbani si potrebbe coprire il 10 per cento del fabbisogno di gas naturale. Un dossier di Legambiente

 Bucce di mela, lische di pesce e fondi di caffè non sono torbidi rifiuti da gettare via, ma preziose fonti d'energia pulita. A suggerirlo è l'ultimo dossier di Legambiente, “Energia dai rifiuti senza CO2: la gestione sostenibile degli scarti urbani”, presentato alla fiera riminese di Ecomondo. Secondo le stime riportate nel documento, l'Italia potrebbe coprire il 10 per cento del fabbisogno di gas naturale ricavando metano dalle biomasse agroindustriali e dai residui organici di origine domestica, per un totale di 8 miliardi di metri cubi di metano all'anno.

“Un trattamento adeguato dell'organico porta vantaggi su più fronti” spiega Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente. “Si riduce il fabbisogno delle fonti fossili, si aumenta la qualità dei suoli italiani, particolarmente poveri di sostanza organica, si sequestrano nel terreno enormi quantità di CO2”.

Per raggiungere i traguardi segnati dai paesi europei più virtuosi il primo passo da compiere è una differenziazione capillare dei rifiuti, sia industriali che domestici. Oltre a essere la prima condizione per sfruttare le potenzialità di una gestione organica dei rifiuti, la selezione intelligente consente anche di ridurre la quantità di materiali da bruciare in discarica, e quindi le emissioni destinate a far crescere l'effetto serra.

La sezione organica raccolta nelle case e negli impianti produttivi è rappresentata da avanzi alimentari, segature, trucioli, cortecce, fanghi di depurazione ed effluenti zootecnici. Per trattarli è necessario sottoporli a un processo di digestione anaerobica integrata al compostaggio, da cui si otterranno biogas e residuo solido: dal primo si ricava il metano, dal secondo fertilizzanti per terreni agricoli.

Il metano può essere a sua volta utilizzato per alimentare le auto al posto della benzina tradizionale. Ciò porterebbe a un ulteriore diminuzione delle emissioni di CO2. L'eco-convenienza del biometano è superiore a quella dei più decantati biodiesel e bioetanolo. Basta pensare che un veicolo a metano è in grado di percorrere tre volte la distanza coperta da un'auto con la quantità di biodiesel ottenuta da una biomassa equivalente. (l.d.p.)