sabato 12 giugno 2010

NANOTUBI

Nuovi congegni possono determinare in modo oggettivo quanto è piccante un cibo

 Spesso assaggiare direttamente cibi piccanti mentre si cucina può rappresentare un problema, se si è disturbati dal gusto piccante o addirittura se si è allergici. La soluzione per cuochi problematici - e ovviamente per le industrie alimentari - può arrivare dai laboratori di chimica: i nanotubi a base di carbonio sono infatti alla base di una nuova tecnica analitica per determinare i livelli di capsaicinoidi, le sostanze che rendono il peperoncino piccante.

Lo studio, apparso su “The Analyst”, rivista della Royal Society of Chemistry, è stato condotto da un gruppo di ricerca dell’Università di Oxford (Gb). Il nuovo metodo, messo a punto da Richard Compton e i suoi collaboratori, è in grado di fornire una misura quantitativa dei capsaicinoidi in maniera rapida ed economica, a differenza degli attuali metodi utilizzati anche a livello industriale che, coinvolgendo personale specializzato a “testare” il sapore piccante, risultano altamente soggettivi.

Il nuovo metodo prevede l’utilizzo di elettrodi multi-strato a base di nanotubi di carbonio, in grado di rilevare, tramite una reazione elettrochimica, la presenza dei capsaicinoidi, agendo come efficaci sensori per questi composti. Compton sottolinea la semplicità di questa tecnica, che si presenta quindi di potenziale interesse per l’industria. La nuova tecnologia potrebbe infatti essere presto in commercio in forma di sensori economici e pronti all’uso. (m.f.)