lunedì 7 giugno 2010

INTELLIGENZA ARTIFICIALE ,5° PARTE

cotinuado quanto anticipato sul post numero 4 , visto che il progresso delle tecnologie informatiche è sempre più veloce mi auguro che i responsabili siamo coscienti dei rischi che si corrono, un'intelligenza artificiale potrebbe essere di grande aiuto nel campo della ricerca.

un computer senziente a cui fosse affidata la realizzazione di un progetto potrebbe disporre di molte più capacità di un "collega " umano, non sarebbe distratto dalle necessità e disattenzioni tipicamente umane, infatti non avrebbe bisogno della pausa caffè ,non penserebbe alla rata del mutuo e potrebbe disporre in modo simultaneo di tutta la conoscenza delle banche dati mondiali da cui attingere informazioni di ogni genere, lavorerebbe ininterrottamente fino alla conclusione del suo lavoro senza pause e cali di resa dovuti alla stanchezza.....

Questa enorme capacità potrebbe donare all'umanita scoperte rivoluzionarie, ma come potremmo essere certi che un bel giorno il computer non si metta a fare di testa sua ? basterebbe un ordine formulato in modo poco chiaro per generare il caos, immaginate un computer a cui venga ordinato di fare in modo che ogni essere umano sulla terra possa avere una equilibrata razione giornaliera di proteine e vitamine, potrebbe paragonarci a macchine biologiche e pensando che il cibo sia solo combustibile condannerebbe la popolazione a nutrirsi con due pillole al giorno , a rigor di logica la soluzione sarebbe ineccepibile, ma al lato pratico, creerebbe molti problemi fisici e psicologici.

Si potrebbe tentare di insegnare al computer le tre famose leggi della robotica formulate da Isaac Asimov:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima e con la Seconda Legge.

e lasciarlo libero di interagire con gli uomini affinchè apprendendo le "condizioni" umane possa creare soluzioni che semplifichino la vita ai suoi ideatori......ma c'è un problema,

cosa impedirebbe ad un robot , vista la violenza e l'odio di cui siamo capaci, di pensare che per proteggere l'uomo sia necessario proteggerlo da se stesso ?

questa domanda mi ha sempre affascinato ma la risposta mi spaventa e nel prissimo post vi dirò perchè