lunedì 7 giugno 2010

FENOMENO UFO 4

di fronte alle considerazioni del noto psicologo svizzero che tenta di dare una spiegazione al fenomeno UFO ci sono le prove scientifiche dell'esistenza di fenomeni o di avvistamenti reali ........il problema a questo punto è la presenza di scienziati che per partito preso non accettano nessuna argomentazione.....

Negli anni antecedenti alla scoperta di Biot alcuni ritenevano i meteoriti di origine terrestre, altri sostenevano che venissero espulsi dai vulcani. Ciò è molto simile a quello che avviene per gli UFO!”.


Alla domanda se il problema degli UFO potesse dunque essere ricondotto ad un mito, Lagrange ha risposto: “Non conviene affermare che sia possibile ridurre il fenomeno UFO a un mito, se non si mettono obiettivamente a confronto queste ipotesi con dei fatti concreti. Al giorno d’oggi l’opinione che pretende di ridurre tutto a un mito non ha più ragione di esistere, è solamente un’illazione gratuita. Parlare di mito in ufologia non significa fare sociologia o antropologia, bensì prolungare un dibattito ufologico che non ha più interesse. Quando si parla di mito in questo campo ci si deve rapportare alla letteratura antropologica seria su questa questione (per esempio Detienne), altrimenti non si arriva a nulla. Io riprenderei, da questo punto di vista, la critica recentemente espressa da Ronald Westrum durante l’incontro con gli ufologi americani, come David Jacobs (studioso di rapimenti UFO), che rappresenta le prospettive future della nuova ufologia. Westrum nota che i discorsi degli ufologi americani sono molto deboli perché non producono sapere scientifico. Essi, ad esempio, continuano a discutere sull’applicazione dell’ipnosi in ufologia, ma non fanno nulla per partecipare a un dibattito scientifico sull’ipnosi; vogliono utilizzare nozioni modellate sulle scienze sociali, ma poiché non seguono l’evoluzione del dibattito scientifico non riescono a rimanere aggiornati e non conseguono nulla di nuovo. A mio giudizio, la sola possibilità a disposizione per procedere nello studio degli UFO, è quella di uscire dalla ristretta cerchia degli ufologi. Si nota che la scienza uffi- ciale si interessa all’ufologia, ma la maggioranza degli ufologi restano sulle loro posizioni ed è chiaro che sono contro la scienza ufficiale.

 Una mia personale esperienza: mi arriva regolarmente l’invito a partecipare a un dibattito scientifico con gli scienziati che si ritengono non disposti allo studio degli UFO. Spesso sono pieni di pregiudizi, non so per quale motivo. Ma il più delle volte, quando espongo un’opinione ragionevole sulla tematica (non credo di essere migliore di loro, ma ritengo di saper comunicare con i miei colleghi scienziati e di saper esporre la questione secondo ciò che interessa loro), essi reagiscono favorevolmente. Una volta mi sono trovato a discutere con Michel Mayor riguardo la scoperta degli esopianeti. Quando il discorso è finito sugli UFO, Mayor ha cominciato a dire che, se ci fossero stati, gli scienziati lo avrebbero saputo perché, con i numerosi sistemi di monitoraggio esistenti, gli UFO non sarebbero passati inosservati. Io allora ho replicato che nonostante tutte le strumentazioni scientifiche di rilevamento, possono passare anni senza che li si veda, a meno che si crei un programma di ricerca speciale atto a identificarli.
Alla fine mi ha dato ragione, perché prima che lui scoprisse un pianeta extrasolare nessun altro scienziato ne aveva mai visto uno; in seguito, però, dopo la prima scoperta, tutti hanno iniziato ad osservarli. Ecco come un fatto invisibile diviene all’improvviso visibile. Insomma, io dico che finché non ci si applica a cercare gli UFO con un minimo di metodologia adatta non si troverà nulla; e questo è un vero peccato, perché tutti i dibattiti, di conseguenza, non porteranno ad alcuna soluzione scientifica del problema...