lunedì 7 giugno 2010

FENOMENO UFO 1

oggi abuserò ancora della vostra pazienza......pubblicherò le varie parti di un lungo articolo in cui lo psicanalista svizzero Carl Gustav Jung affronta il fenomeno UFO, un'opinione tra le tante ma questa è fatta da un colosso della psicoanalisi ed il suo è un giudizio veramente interessante

di Stefania Genovese

Nessun tempo è stato così veloce nel costruire miti intellettuali come il nostro che, volendo distruggere tutti i miti, ne crea esso stesso di nuovi”.
Soren Kierkegaard

Come molti sanno, per primo fu lo psicanalista svizzero Carl Gustav Jung a ritenere che il fenomeno UFO, qualunque potesse essere la sua natura, fosse un centro di proiezione includente immagini archetipe evinte dall’inconscio collettivo: a suo giudizio, queste proiezioni producevano l’insorgenza delle dichiarazioni circa l’avvistamento UFO e il loro funzionamento poteva essere logicamente comparato alle medesime strutture ed immagini comprendenti il folklore e la mitologia…
Jung dunque concluse nel suo libro Un mito moderno: su cose che si vedono nel cielo che gli UFO fossero un fatto psichico avente una natura reale nella dinamica costitutiva della significazione mentale dell’essere umano… Egli fu uno dei primi psicanalisti ad occuparsi dello studio di questi fenomeni, definendoli “visionary rumour” comparabili alle manifestazioni mistico religiose di Fatima nonché alle allucinazioni collettive dei crociati e dei soldati delle Guerre Mondiali.
Jung infatti conosceva le documentazioni sui “foo-fighters” (le misteriose luci fantasma avvistate in cielo dai piloti della Seconda Guerra Mondiale) redatte da ufficiali statunitensi, e le vicende del contattista George Adamski relative a suoi presunti incontri con gli alieni.
Lo psicanalista ritenne che, in determinate situazioni, la suggestione potesse influenzare una persona al punto da fargli credere di avere avuto una visione reale; uno stato emotivo inusuale può ingenerare una modificazione ed una intensificazione dell’apparato sensoriale tale da produrre una osservazione alterata ma ricca di connotazioni reali e fisiche. Negli avvistamenti dei dischi volanti, a suo giudizio, si poteva intuire una esigenza di perfezione compiuta, indice del sé, proiettata su oggetti ignoti provenienti da altri mondi… Il sé è connesso graficamente con i mandala (simboli sanscriti indicanti il cerchio, l’ordine e la totalità) ed essi sono molto simili alle rappresentazioni ufologiche.

Tratto da Area di Confine n° 40 - Gennaio 2009