lunedì 7 giugno 2010

ESPLORAZIONE DI VENERE

forse l'articolo vi parrà eccessivamente tecnico, ma le foto sono da guardare , è bello vedere la nostra stella del mattino nei suoi splendidi colori

Tratto da Area di Confine n° 32 - Maggio 2008

La "stella del mattino" fu raggiunta per la prima volta dai Sovietici con Venera 3, nel 1965.

La messe più ricca ed aggiornata di dati nello studio del pianeta Venere è stata inviata a Terra dalla sonda europea Venus Express che, lanciata il 9 Novembre 2005 con un missile russo Soyuz-fregat, è giunta a destinazione con un viaggio durato cinque mesi.

La conquista di Venere

Tratto da Area di Confine n° 31 - Aprile 2008

di Ennio Piccaluga

La messe più ricca ed aggiornata di dati nello studio del pianeta Venere è stata inviata a Terra dalla sonda europea Venus Express (Fig. 1, 2,3 e 4) che, lanciata il 9 Novembre 2005 con un missile russo Soyuz-fregat (Fig. 5), è giunta a destinazione con un viaggio durato cinque mesi.

Dopo aver ultimata la fase di aggiustamento dell’orbita e la calibrazione degli strumenti, ha inviato a Terra immagini ed informazioni di grande interesse, al pari dei dati ottenuti dalla Mars Express nello studio del Pianeta Rosso. La raccolta di dati, con una gran quantità di immagini agli UV ed agli Infrarossi (Fig. 6,7,8 e 9), è stata quanto mai proficua e sta tuttora contribuendo a districare i misteri di questo pianeta, bellissimo da lontano ma tanto complesso quanto interessante da vicino.
 Se, per giudicare l’affidabilità della nostra tecnologia, avessimo preso come riferimento i risultati ottenuti con le sonde inviate per esplorare Marte, avremmo ottenuto un risultato fuorviante. Meno di un quarto di esse, infatti, hanno raggiunto gli obbiettivi prefissati e ci saremmo aspettato un risultato ancora peggiore nello studio di Venere, un pianeta con pressioni e temperature proibitive per l’uomo ma anche per la stessa strumentazione. Paradossalmente, le missioni per Venere hanno contato più successi che insuccessi, ed escludendo i primi lanci degli anni sessanta e qualche sporadica missione poco fortunata, hanno quasi sempre centrato il loro obbiettivo. Eppure sarebbe dovuto essere il contrario: Venere è un pianeta infernale con temperature che vanno anche oltre i 450 °C, e ciò per l’elevato contenuto di CO2 che costituisce il 96 % dell’atmosfera ed è responsabile di un elevatissimo effetto serra. Alcuni pensano che l’elevata temperatura del pianeta sia dovuta alla maggiore vicinanza al sole ma non è così. Se l’anidride carbonica, su Venere, fosse inferiore all’1%, come sulla Terra, la temperatura scenderebbe addirittura sotto zero, nonostante le relativa vicinanza al sole. Tra i pianeti del Sistema Solare, Venere è quello che più si avvicina alla Terra, raggiungendo periodicamente una distanza minima di 38,9 milioni di km, contro i 56 di Marte. Eppure, anche se abbiamo studiato Marte da oltre un secolo tracciandone mappe attendibili con lo studio telescopico, della superficie di Venere, perennemente ricoperta da uno strato uniforme di nubi, non si è mai saputo nulla, almeno fino a quando ci siamo limitati all’osservazione con il solo telescopio. Per la verità anche le fotocamere delle sonde non sono riuscite a penetrare lo spesso strato di nubi e si è dovuto ricorrere al radar per poter tracciare delle mappe del pianeta. In definitiva, anche con tante sonde dall’ esito positivo abbiamo un numero esiguo di foto della superficie di questo pianeta, mentre le poche missioni fortunate con destinazione Marte ci hanno fornito mappe dettagliatissime dell’intera superficie.