sabato 12 giugno 2010

ENERGIA DAI RIFIUTI

Convertire rifiuti in energia nel modo più efficiente possibile? Il segreto è nella riboflavina. Lo rivela uno studio su Pnas

 La capacità che hanno i microrganismi di cambiare la chimica dell’ambiente è nota da lungo tempo ma come alcuni di questi riescano a produrre energia dalla degradazione di composti organici non è ancora stato chiarito. Una risposta arriva da uno studio americano pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas): ricercatori del BioTechnology Institute dell’Università del Minnesota hanno scoperto che la riboflavina, meglio conosciuta come vitamina B-2, è l’elemento chiave per la produzione di energia elettrica da parte del microrganismo Shewanella, un batterio che si trova comunemente nelle acque e nel terreno.

In natura alcuni batteri hanno la necessità di entrare in contatto con metalli come il ferro e 'consumarli'. Per fare questo dirigono elettroni verso il metallo, alterando le sue proprietà chimiche. In questo modo il batterio Shewanella è in grado di convertire semplici composti organici come l'acido lattico, e durante il processo produce elettricità.

Con esperimenti di chimica-fisica in cui la Shewanella è stata fatta crescere su elettrodi, l'équipe interdisciplinare guidata da Daniel Bond ha dimostrato che il batterio produce spontaneamente riboflavina. La vitamina funziona come trasportatore di elettroni e facilita il loro passaggio dai microrganismi agli elettrodi. I ricercatori hanno così osservato che, grazie all'accumulo di riboflavina, la produzione di elettricità aumenta del 370 per cento.

Con questa scoperta si aprono nuove strade nel campo dello sviluppo di strategie innovative per l’ecologia e per le energie rinnovabili. Ovviamente l’utilizzo un microrganismo per la generazione di energia elettrica su larga scala per il trasporto, le case o le imprese è ancora fantascienza, ma la produzione di piccole quantità di energia o la solubilizzazione e il riciclo dei metalli dispersi nell’ambiente potrebbero essere applicazioni non così remote. (f.c.)