martedì 8 giugno 2010

PETROLIO COSMICO

ed eccoci con l'ultima parte del lungo articolo proposto da Tom Bosco tratto da http://www.nexusedizioni.it

Forse, alla faccia del tanto paventato “picco petrolifero” e del rilancio delle tecnologie “verdi”, gli Stati Uniti hanno in vista buoni affari con l’Uganda: Sally Kornfeld, un funzionario del Dipartimento dell’Energia, ha entusiasticamente dichiarato che in base ai risultati di numerose prospezioni effettuate in varie località del paese, le riserve petrolifere dell’Uganda potrebbero essere pari o superiori a quelle dell’Arabia Saudita! Alla faccia del riscaldamento globale, e della responsabilità ascritta alle attività umane sul pianeta, bizzarra teoria continuamente rilanciata dai vari media e sempre più sbugiardata da nuovi studi, come quello del Goddard Space Flight Center della , a Greenbelt, nel Maryland, che analizzando i dati climatici dell’ultimo secolo ha concluso che le variazioni solari hanno esercitato un impatto significativo sul clima terrestre, e che le prove di questi cambiamenti basati sull’irradiazione solare si possono rintracciare sino all’epoca della Rivoluzione Industriale. Secondo il climatologo Robert Cahalan, “In questo momento ci troviamo in mezzo a due ere glaciali, in un periodo chiamato Olocene”.



Ben più inquietante la recente scoperta che la Terra sta perdendo la sua atmosfera, più di Venere e Marte, che pure dispongono di campi magnetici assai fievoli. Ciò potrebbe significare che il campo magnetico terrestre non riesca più a proteggerci da raggi cosmici, vampe solari e altri effetti dovuti al vento solare. Sembra che quest’ultimo in particolare influisca negativamente sulla ionosfera, al che mi domando se, almeno in parte, non possa esserci anche una relazione con le manipolazioni elettromagnetiche esercitate su quest’ultima tramite il sistema HAARP in Alaska. Mi pongo questa domanda soprattutto dopo aver osservato questa foto:


Sarebbe stata scattata proprio da Poker Flat, in Alaska, grazie a un nuovo radar in grado di fornire le prime immagini tridimensionali dei fenomeni dell’atmosfera superiore (ionosfera) nella regione polare. Curioso il fatto che il radar in questione sarebbe composto da 4.096 piccole antenne (vi ricorda qualcosa?) in luogo della classica parabola. Le enormi onde rilevate possono raggiungere centinaia di chilometri di lunghezza e viaggiare a metà della velocità del suono. Non è spiegato il motivo per il quale sono state definite “onde gravitazionali”, ma per come la vedo io potrebbero benissimo essere invece il prodotto dell’attività del sistema HAARP…