domenica 6 giugno 2010

DISINFORMAZIONE

quando la disinformazione ci chiude gli occhi


Non sarà possibile archiviare con facilità l’anno ufologico appena terminato, un anno segnato da avvistamenti eccezionali, ma soprattutto da una progressiva apertura che ha interessato gran parte delle nazioni del mondo civile con l’eccezione di pochi Stati importanti fra cui, purtroppo, anche l’Italia. Dopo decenni di stretto cover-up i governi stanno finalmente aprendo gli archivi, ammettendo la reale consistenza del fenomeno. Con un progetto e una regia di lunga durata iniziata con i films di Lucas e Spielberg e preannunciata dal capolavoro di Artur Clark (2001 Odissea nello Spazio), la popolazione del pianeta è stata assuefatta all’argomento UFO-Alieni con gradualità anche se con un’ammissione e dieci negazioni, una conferma e cinque smentite. Una modalità che dura ancora, adottata nella filmografia di fantascienza come nella letteratura, nella stampa come nelle trasmissioni televisive.
Parallelamente alla graduale rivelazione è stata sempre presente una regia di stretta copertura applicata con procedure rigorose che non ha ammesso deroghe di nessun genere, pronta a usare tutte le armi possibili per la sua attuazione, dal condizionamento politico al ricatto economico, dall’uso del ridicolo per demotivare i testimoni fino alle allusioni di insania mentale per i recidivi.
Esiste anche una lunghissimo elenco di ufologi e testimoni scomodi scomparsi o deceduti in circostanze misteriose, ben oltre ogni possibile giustificazione probabilistica. Perché tutto ciò? Perché questo tema ha potuto meritare il top secret più ferreo che sia mai stato messo in atto? Per evitare il terrore della gente? A questo proposito viene sempre tirato in ballo il panico generato dalla trasmissione radiofonica di Orson Welles su “La guerra dei mondi” nel 1938. Sarei molto deluso però se il vero motivo fosse solo questo. Applicare un così rigido segreto di stato, con dei costi assurdi sia dal punto di vista economico che di restrizione delle libertà individuali e democratiche, mi apparirebbe oltremodo insensato. Ma non è mia abitudine supporre che “dall’altra parte” ci siano degli sciocchi e degli irresponsabili.
E allora, azzardiamo un’ipotesi? Nel 1917, in Portogallo, una folla enorme ha visto, oltre al Sole, un altro disco luminoso staccarsi dal cielo e roteare su di essa portandosi a bassa quota. Prima di sparire per sempre, una figura leggiadra ha fatto a innocenti testimoni delle esternazioni subito secretate e rivelate dopo molto tempo.
L’ultima di queste rivelazioni, il cosiddetto “Terzo Segreto di Fatima” non ha convinto nessuno. Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, in un’intervista rilasciata a un settimanale religioso tedesco, lasciò intendere che sarebbe stato davvero difficile per chiunque rivelare un segreto che riguardasse un avvenimento drammatico di portata globale che comportasse pericolo di vita per gran parte della popolazione mondiale.
Forse, disse ciò per testimoniare la responsabilità nella rivelazione di cose importanti, ma l’esempio portato lascia molto da pensare. Mettiamo per assurdo che la nostra ipotesi riguardi la possibilità che “qualcuno” sia venuto sulla Terra per metterci in guardia da un pericolo imminente invitandoci a mettere in atto delle procedure per evitare il peggio. Di fronte a una rivelazione di questa gravità, come pensate che avrebbe potuto reagire chi gestisce il potere a livello globale? Invitando la gente a mettersi in salvo fornendo le opportune indicazioni o, utilizzando le informazioni avute per organizzare il salvataggio di una piccola parte selezionata del genere umano? C’è da ammettere che questa opzione avrebbe maggiori probabilità di riuscita: è abbastanza facile ammassare provviste per salvare un milione di persone, farlo per miliardi sarebbe impossibile.
Quindi, tutto sommato, l’operazione sarebbe legittima dal punto di vista logico. Questa ipotesi giustificherebbe un top secret di questo livello e renderebbe comprensibile la costosissima costruzione in atto nelle regioni polari e in edifici a prova di atomica, di banche di semi delle piante della Terra. È solo una possibile spiegazione, una di quelle che hanno un significato, e forse ha anche una sua giustificazione nel senso che non merita di sapere chi non si accorge di ciò che gli accade intorno e non capisce che occorre salvare il pianeta per salvare se stessi. Sono in crescita numerica, è vero, però sono ancora pochi coloro che si interessano a questa problematica.
Vorremmo chiedere a gran voce la disclosure anche per l’Italia ma siamo tutti abbastanza consapevoli del problema per meritarla?

di Ennio Piccaluga
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